Parabiago – Lumezzane

C’è più onore nel perdere una partita mentre si cerca di vincerla che accontentarsi di un punto di bonus che avrebbe fatto più classifica ma meno morale.

Parabiago esce a testa altissima dal difficile campo di Lumezzane. Squadra tosta, molta fisica, quella bresciana. Pubblico al limite dell’intimidatorio ma rimasto sempre nei canoni di un’accettabile correttezza. Gli ingredienti per un’imbarcata ci sono tutti. A questo si aggiunge anche l’infortunio che in riscaldamento colpisce Mitia Cancro. La sua partita dura solo 5 minuti.

Il primo tempo è di sofferenza. Due mete quasi in fotocopia da rolling maul evidenziano la superiore fisicità dei padroni di casa, neopromossi infarciti di nuovi acquisti. Il Parabiago è superiore in mischia. E anche nel gioco al largo. Una carica stretta da lancio del gioco da touche di Martin Murgier, grande partita la sua, riapre il match. Prima che il Parabiago lo giri, facendolo suo, nella ripresa. Sempre costretti ad inseguire, i rossoblù si affidano al piede di Viganò, oggi finalmente preciso, per mantenere pressione sui sempre più dubbiosi e sempre meno disciplinati padroni di casa. La terza meta subita, proprio quando la partita sembrava essere nelle mani del Parabiago è una doccia fredda. Da meno 6 a meno 13. Il Parabiago continua a costruire il suo castello. Arriva un’altra meta. E l’assalto finale. Disperato. Quasi vincente. Sicuramente orgoglioso. Si gioca tutto. E capita che un pallone mosso male finisca nelle mani sbagliate che vanno a marcare la quarta meta, quella del bonus per il Lumezzane, quella del – 13 per il Parabiago.

Testa alta. C’è più onore nel perdere una partita cercando di vincerla che nell’accontentarsi di un punto bonus senza averci provato.

Fra sette giorni al “Marazzini-Venegoni” arriverà il Sondrio. I rossoblù, terzi in classifica dietro ASR Milano e proprio Lumezzane, hanno l’immediata chance di rimettersi in marcia. Non sarà facile. Provarci è comunque un obbligo.

Tutto Ok per Cristian Ceaprazaru. Il rumeno, autore di un’altra partita tutto cuore, passato all’Ospedale di Brescia per accertamenti è stato dimesso senza problemi dopo che gli esami a cui è stato sottoposto hanno dato esito negativo. In  settimana da valutare le condizioni di Cancro. Rientro positivo per Yari Dubini, nuovamente abile e arruolabile.

PARABIAGO: Viganò; Baudo (55′ Dublino), Schlecht, Murgier, Ceaprazaru; Pegoraro (65′ Fulginiti), Almasio (55′ Dubini); Brioschi, Cancro (5′ Grimoldi), Torri; Lorenzini, Viganò; Canzini (cap.) (55′ Simioni), Fulciniti (55′ Ponti), Cattaneo (70′ Maggiolini). Allenatore: Mamo.

LE INTERVISTE DEL POST-PARTITA.

Grimoldi: “Ma perché non abbiamo anche noi una bella e competente giornalista al seguito che ci fa le interviste a fine partita come loro?”

(Per non turbare la suscettibilità dei lettori il concetto è stato mantenuto inalterato rispetto all’originale, ma ne sono stati cambiati i termini tecnici, NDR)

Bardotti: “‘Tacci tua stavo a ppensà de fà er colpaccio su nelle montagne bresciane e ‘nvece è annata male. Vabbè, mo Sara me stà a preparà l’abbacchio e me sembra de capì che ce stà pure a coda alla vaccinara. Mortacci vostra. Me faccio vedè in settimana speranno ca’a spalla stia un pochetto mejo. Daje Para”.

Scambio di battute tra il sottoscritto e Maggiolini

MAGGIOLINI(A bassa voce): “Come sono andato?”.

SOTTOSCRITTO (Con sguardo serioso) “Hai fatto ridere, come al solito”.

M.: (Incazzoso)”Non è vero. Hai fatto ridere tu”.

A quel punto Maggiolini, colpito nell’orgoglio, sferra un pestone all’unghia malata dell’alluce sinistro al sottoscritto e se ne va con faccia beata.

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