“Il rugby è un’ottima attività da associare a una terapia perché deve seguire regole di vita prima ancora che di gioco che sono fondamentali per la crescita dei ragazzi che ne soffrono”, spiega Gianpiero Sbaraglia, promotore del progetto e giocatore ‘Old’. “In questo sport, infatti, tutti devono camminare alla pari per conquistare un metro di terreno e tutti devono portare la palla insieme.

A partire da ottobre 2015 un gruppo di 18 ragazzi, tra i 7 e 17 anni di ambo i sessi con differenti disabilità, frequentanti il CSE per minori “L’isola che non c’è” della Coop. Soc. La Ruota, ha iniziato un nuovo progetto sportivo sociale in collaborazione con la società sportiva Rugby Parabiago S.S.D.

Con un grande impegno, entusiasmo e presa in carico, la società Sportiva Rugby Parabiago si riconferma molto sensibile ai temi della solidarietà ed inclusione. A tal proposito ha messo a disposizione dal mese di ottobre la struttura (spogliatoi, docce, campi da gioco, Club House…) e la professionalità di due giocatori esperti di Rugby, che con slancio, competenza e delicatezza hanno accolto e stanno allenando i nostri ragazzi. Sin da subito abbiamo riconosciuto che la pratica sportiva è uno degli strumenti migliori per farli crescere, esprimere ed attivare in loro nuove competenze. In questi mesi abbiamo visto i ragazzi seguire le indicazioni degli allenatori, correre gli uni accanto agli altri, passarsi la palla e iniziare a sentirsi parte di una squadra… abbiamo visto avvenire “veri e propri miracoli” sia dal punto di vista motorio che relazionale.

E poi il rugby è speciale. Uno sport che chiama ciascuno ad un lavoro fatto dal singolo e dal gruppo: tutti elementi utili per un lavoro efficace nell’area delle autonomie oltre che in quella delle relazioni sociali, a maggior ragione se poi lo si fa con allegria. Questo è lo spirito che abbiamo trovato sul campo da gioco e nelle persone che ci seguono, uno spirito che anche noi vogliamo coltivare.

Gli allenamenti vengono svolti in due gruppi distinti poiché i ragazzi che vi prendono parte hanno differenti potenzialità e capacità.

Il primo gruppo, detto “Big Band”, si sta allenando con esercizi di “Rugby tots” che aiutano i ragazzi a comprendere i principi fondamentali della disciplina… un vero e proprio avvicinamento a quella che potrà diventare una Squadra.
Il secondo gruppo, detto “Pixel”, sta lavorando sui prerequisiti, puntando maggiormente sulla percezione del singolo e del gruppo, sull’acquisizione di nuovi schemi motori e sul valore relazionale dato dai reciproci scambi con la palla.

La proposta del progetto

L’attività di rugby proposta, partita dall’esperienza del Rugbytots (disciplina nata nel 2006 in Inghilterra), utilizza le competenze specifiche del Rugby ma senza alcuna possibilità di contatto. L’attività ha come finalità la costituzione di una “squadra di rugby” e l’introduzione di regole di gioco che possano assecondare le caratteristiche individuali e che favoriscano l’espressione delle potenzialità dei partecipanti. L’attività ha come obiettivi lo sviluppo di qualità fisiche, psicologiche e sociali dei ragazzi, attraverso esercizi di psicomotricità eseguiti con la palla ovale. I partecipanti potranno con gradualità e delicatezza acquisire le competenze specifiche del rugby come: correre con la palla, trovare lo spazio, calciare, segnare una meta e collaborare con i compagni di squadra. La natura e la tradizione non competitiva dello sport del rugby faciliterà la serena partecipazione dei ragazzi nonché attiverà processi di acquisizione e crescita dell’autostima.